Quanto costa realmente un punto in più di Pil?

  1. Quanto costa un posto di lavoro in Basilicata, chiesi un annetto fa ai miei fratelli lucani, a proposito della proposta dell’ad di Eni De Scalzi di investire molti miliardi in Basilicata. Parliamo di ridurre la Basilicata ad una groviera, dove i buchi non odorano di pregiato formaggio svizzero ma emanano il maleodorante odore di petrolio.

De Scalzi però metteva le mani avanti come a dire “ cari lucani, io vi porto il foglio  verde solo se siete d’accordo.”

Insomma il lupo che chiede la pelle all’agnello.

Stessa domanda pongo a voi, amici, fratelli italiani, amici e fratelli del mondo intero.

Quanto costa realmente un punto di Pil in più?

Riflettiamoci.

Milioni di cittadini italiani hanno deciso, attraverso un vero plebiscito, di provare a investire in qualcosa che con il pil c’entra e non c’entra.

Anche se il Movimento 5 Stelle attraverso la realizzazione del Reddito di Cittadinanza ha inteso tutelare tutti coloro che sono senza reddito, o senza lavoro, perché possano, in modo dignitoso, compiere un percorso assistito dallo Stato per trovarlo un lavoro, possibilmente il lavoro che meglio esprime le inclinazioni e le professionalità individuali.

Da una parte abbiamo una politica che ci ha condotto si qui, che a quanto pare considera l’essere umano come un numero funzionale al Pil.

Che investe negli OGM,che sottoscrive accordi internazionali, come il TTIP, che annullano le eccellenze e le qualità dei singoli territori;

una politica che pretende di continuare ad investire nel petrolio infischiandosene delle conseguenze immediate e future.

L’aumento dei tumori nella percentuale del 300% in Val d’Agri come lo considerano?Un effetto collaterale del “dio” Pil?

Una Politica che favorisce l’Immigrazione clandestina attraverso modalità che ricordano le esportazioni degli schiavi al tempo della schiavitu’, giustificandola con la necessità di garantire manodopera in settori in cui gli italiani non gradiscono essere impiegati; che permetterebbe di alimentare le casse  dell’INPS degli italiani. Dal momento che potrebbe condurre nel bel paese le più svariate malattie  sceglie di vaccinare su larga scala la popolazione italiana, senza prevedere, come nel caso del petrolio, quali saranno gli effetti sulla salute nel breve e nel lungo periodo.

La politica che giustifica, sostiene e magari ripropone il sistema manageriale “acculturato” capace ad esempio di distruggere la banca più antica del Mondo, il Monte dei Paschi di Siena, o, dulcis in fundo, che  sacrifica i correntisti di una banca come avvenuto per la Banca Etruria.Effetto collaterale del “dio” Pil anche questo?

Dall’altra parte ci sono le persone comuni, la gente, i cittadini che tirano la carretta e che per troppo tempo, pagandone sempre un caro prezzo, non solo economico, ma anche in termini di qualità della vita e a volte di dignità, hanno portato sul loro groppone il carrozzone di chi oggi grida al lupo dinnanzi al “dio” Pil che si ribella al cambiamento.

E allora, è arrivato il momento di scegliere da che parte stare!

Il cambiamento ha un prezzo,

ma se sappiamo, e scegliamo, dove andare, i benefici arriveranno e tutti ci guadagneremo ne sono sicura.

Non molliamo proprio ora!

Continuiamo a crederci e a lottare, perché in ballo c’è il destino nostro, dei nostri figli e dell’umanità intera.

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